Il nuovo test diagnostico rapido che in 15 minuti prova a rilevare tampone e sierologico
Redazione
In soli 15 minuti il test è in grado di rivelare se una persona è positiva al virus Sars – CoV -2, quale sia la sua carica virale in modo da identificare subito i soggetti maggiormente infettivi e se abbiano sviluppato gli anticorpi. Nello stesso tempo, in pratica, si potrà effettuare sia il tampone che il test degli anticorpi.
Un passo avanti accolto con favore dal Ministro della Salute Roberto Speranza, che sottolinea, però, la necessità di verifica.
E’ il test rapido messo a punto dall’Azienda farmaceutica italiana “Menarini Diagnostics”. Si tratta di un test “antigenico” che si differenzia da quelli di “biologia molecolare” e anche se il mezzo utilizzato è sempre il tampone nasofaringeo, non ricerca il materiale genetico del virus, ma rileva la presenza dell’antigene e quindi una eventuale infezione, attraverso la ricerca di proteine specifiche del virus stesso. La strumentazione utilizzata è più veloce e meno costosa delle precedenti; si tratta della piattaforma “Point of Care AFIAS” che può essere utilizzata in contesti operativi decentralizzati rispetto al laboratorio analisi, quali Pronto Soccorso e Aeroporti, ecc.. La piattaforma consente di effettuare entrambi i test: tampone e test sierologico.
Sono attualmente disponibili due modelli: AFIAS 1, che consente di eseguire un test alla volta e AFIAS 6 che permette l’esame di 6 campioni in contemporanea. In pratica, si preleva il campione dal paziente con un tampone nasofaringeo e si inserisce all’interno della piattaforma AFIAS che, in caso di infezione, rileverà la presenza dell’antigene tramite una reazione biochimica che mostrerà un segnale fluorescente. Questo segnale ha un grado di sensibilità elevato che permette, non solo di rilevare l’eventuale presenza del virus, ma anche di fornire una indicazione della carica virale. Più intensa sarà la fluorescenza, maggiore risulterà la carica virale. La stessa strumentazione può essere utilizzata per l’indagine sierologica, misurando la quantità di anticorpi IgM e IgG presenti, tramite digito puntura (prelievo capillare) o attraverso un prelievo venoso. Le IgG sono gli indicatori di immunità della malattia, la cui durata è ancora dibattuta nell’ambito della Comunità Scientifica Internazionale.
Carica virale: entità del contagio virale contratto e indice del rischio di sviluppare l’infezione, ma anche la quantità di virus in circolo in grado di indurre la positività dei test diagnostici specifici per dimostrare la presenza di una infezione sostenuta dal virus.
TEST ATTUALMENTE IN USO
Tampone nasofaringeo
Viene utilizzato per la ricerca del virus e quindi, per diagnosticare l’infezione in atto. E’ considerato l’esame standard per individuare gli infetti. Gli esami vengono eseguiti dai laboratori del Servizio Sanitario Nazionale, ma anche privatamente. Il tampone si effettua tramite una specie di cotton fioc per prelievi nella gola e nel naso della persona. Il campione viene analizzato per la ricerca dell’RNA virale e i risultati sono pronti in genere, dalle 24 alle 48 ore dopo. Il tampone viene fatto dalle Ats e dalle Asl del territorio, in aeroporto, porto e stazione per chi proviene da paesi esteri considerati a rischio.
Il test rapido
I test rapidi, come quelli che alcune Regioni, come Veneto, Lombardia e Lazio hanno deciso di adottare negli aeroporti, si effettuano sempre con un tampone, ma danno risposta nel giro di mezz’ora o anche meno. Sono i cosiddetti “antigenici” perché cercano le proteine del virus, cioè gli antigeni, sempre nelle secrezioni respiratorie. Non sono considerati affidabili al 100%, ma sono utili per effettuare screening di massa piuttosto veloci o comunque per individuare le persone infette che presentano una alta carica virale; come tali, sono stati validati dall’Ospedale L. Spallanzani di Roma. Ci sono poi test rapidi al polpastrello (pungidito), che analizzano una gocciolina di sangue e danno il risultato in 15 minuti, ma l’affidabilità è molto variabile.
Il test sierologico
I test sierologici consistono nel rilevare la presenza nel sangue di anticorpi (Immunoglobuline IgM ed IgG) eventualmente sviluppati da chi è entrato in contatto con il virus. Si tratta di un semplice esame del sangue i cui risultati possono essere pronti anche in circa mezz’ora. In caso di positività occorre eseguire il tampone per verificare se l’infezione è ancora in atto. Il test sierologico non è dirimente per la diagnosi di infezione in atto, in quanto, l’assenza di anticorpi non esclude la possibilità di una infezione in fase precoce, con il rischio che un soggetto, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso.