Concorsi Sicilia, alla Regione 1340 posti anche per diplomati

Redazione

Concorsi Sicilia che ripartono con i bandi promossi dalla Regione Siciliana, che mira ad assumere oltre 1300 unità di personale tra Centri per l’impiego e uffici regionali. La notizia è stata data oggi, ma gli avvisi pubblici andranno in giunta già la settimana prossima. Un piano di assunzioni che interesserà a molti, dato che le assunzioni riguarderanno sia candidati laureati che in possesso anche del semplice diploma di istruzione superiore.

Il concorso, come spiega Repubblica Palermo, è particolarmente atteso. Da 30 anni, infatti, la Regione Sicilia non attiva nuovi programmi d’assunzione così ampi. Così, a partire dalla settimana prossima, la macchina della selezione si metterà in moto. Si stima, stando alle previsioni dei dipartimenti Lavoro e Funzione pubblica, che entro la fine dell’anno si svolgerà la prima prova.

Concorsi Sicilia: la suddivisione dei posti

La porzione più consistente della selezione è quella dei Centri per l’impiego. Dei 1300 posti disponibili tramite il bando che pubblicherà la Regione Siciliana, la metà sarà riservata ai laureati. Per gli altri candidati, invece, basterà possedere il diploma.

Per quanto riguarda lo svolgimento dei concorsi Sicilia attivati dalla Regione, inoltre, in entrambe le circostanze il piano è di affidarsi alla commissione Ripam. Si tratta dell’organismo interministeriale che gestisce i concorsi nella pubblica amministrazione e li attua tramite la piattaforma Formez.

Infine, la selezione dei candidati potrebbe partire già con una prova preselettiva, in modo da compiere una prima scrematura dei candidati. Si dovrebbe iniziare, quindi, con un test di cultura generale con domande a risposta multipla.

Nel frattempo, la Regione inizia il suo piano di riorganizzazione del personale con l’incontro previsto coi sindacati martedì alle 16. Quest’ultimi, tuttavia, avrebbero già confermato la protesta in programma il giorno prima, dopo le battute del governatore Musumeci, per cui sarebbero “inutili nel 70 per cento dei casi”.

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