Covid,«Il plasma iperimmune funziona nei pazienti non molto gravi»
Redazione
La primaria di Rianimazione del Garibaldi Daniela Di Stefano: «Buoni risultati, ma solo se si procede con celerità»
Il plasma iperimmune funziona, ma in particolare è benefico in quei malati che non hanno sintomi gravi che portano all’intubazione in Rianimazione. Lo conferma anche la dott. Daniela Di Stefano, primaria della Terapia intensiva del Garibaldi centro, presidio dove con il plasma dei guariti sono stati trattati finora 13 pazienti. Purtroppo la primaria aggiunge che non in tutte le situazioni si riesce a tirare fuori il paziente dall’emergenza e tutto dipende dallo stato di salute del paziente quando viene trattato.
Dottoressa il suo reparto è tra i precursori in Sicilia per la somministrazione di plasma iperimmune. Che risultati avete ottenuto?
«Credo moltissimo all’efficacia del plasma iperimmune e lo stesso tutti i miei collaboratori. Noi abbiamo lavorato moltissimo per averlo e poterlo somministrare perché è già una terapia. Ci sono lavori scientifici fatti dalle università di Pavia e Mantova che già nei mesi scorsi hanno riscontrato risultati positivi. Ovviamente ci sono buoni risultati quando viene somministrato nelle prime fasi della malattia, quando cioè la polmonite è ancora moderatamente grave. Nelle fasi più avanzate, invece, quando ormai la compromissione delle funzionalità d’organo è troppo avanti e quando la polmonite ha praticamente distrutto i polmoni del paziente a quel punto gli effetti benefici sono difficili ad aversi».
Quindi per l’avvocato Fabio Ferlito il plasma è giunto tropo tardi…
«Purtroppo il plasma in quel caso è stata una speranza…».
E sugli altri pazienti trattati che risultati avete avuto? Sul medico radiologo trattato tra i primissimi casi che effetto ha avuto?
«Lo abbiamo dimesso dalla rianimazione e trasferito in Pneumologia. E’ uno di quegli esempi in cui il plasma ha avuto effetti. Era arrivato da noi in ventilazione moderata. Stavamo per intubarlo quando il plasma ha dato i suoi benefici e la malattia è regredita».
Attualmente quante persone avete in trattamento?
«Al momento 8 pazienti. Dal 13 novembre ad oggi abbiamo somministrato plasma ad almeno 13 malati. Alcuni li abbiamo ancora in trattamento che dura cinque giorni. A questo punto dalla nostra esperienza possiamo dire che il plasma produce effetti positivi in pazienti non molto gravi».
Quindi sarebbe un bene somministrarlo a tutti quei pazienti che rischiano di finire intubati?
Per quello che abbiamo visto una terapia che ha significato deve essere avviata presto. E aggiungo che a questo punto il plasma iperimmune è già una possibilità terapeutica in più e anche se noi ancora non abbiamo trattato un numero di pazienti significativi possiamo dire che dei risultati positivi li abbiamo ottenuti. Quando potremo trattare un numero significativo di pazienti potremo avere risultati più sicuri. Per questo è importante che i pazienti guariti continuino a donare il plasma che è il precursore della terapia che arriverà con gli anticorpi monoclonari. Più plasma avremo più casi potremo assistere».
@Lasicilia