Covid, l’Italia col fiato sospeso attende calo indice di contagio. In Sicilia il picco previsto a Natale

Redazione

Roma – “Oggi è una giornata importante: mi aspetto un RT che è arrivato all’1, sarebbe un segnale importante della riduzione del contagio. E mi aspetto anche che molte regioni che ora sono rosse diventino arancioni o gialle. Sarebbe un bel segnale”. E’ l’auspicio del premier Giuseppe Conte che aggiunge: «Oggi è venerdì e come sapete c’è il monitoraggio settimanale. Nel
pomeriggio avremo delle novità». La curva di casi di Covid-19 in Italia ha raggiunto il picco, anche se gli 822 decessi registrati in 24 ore sono ancora molti. Tuttavia i segnali positivi ci sono, come hanno rilevato il presidente del Consiglio e il ministro della Salute, Roberto Speranza. 

I dati del ministero della Salute indicano che è alto anche il numero dei casi positivi: 29.003 in più in un giorno e un totale che sfiora 800.000 (795.845), con un numero complessivo fra casi e guariti che in totale ha superato il milione e mezzo, con 1.509.875. Per il terzo giorno consecutivo diminuisce il numero dei ricoverati, sia nelle unità di terapia intensiva sia nei reparti Covid e il rapporto fra casi positivi e tamponi al 12,4% indica che i casi stanno diminuendo. Dai numeri dell’epidemia causata dal nuovo coronavirus emergono luci e ombre, ma in linea di massima la situazione mostra i primi segni positivi. L’importante, raccomandano gli esperti, è non abbassare la guardia.

Fra le regioni, la Lombardia continua a registrare il maggior numero dei casi, con 5.697; seguono Veneto (3.980 casi), Campania (3.008) e Piemonte (2.751). «Siamo al massimo per gli infetti e abbiamo superato il massimo nei ricoveri in terapia intensiva e nelle ospedalizzazioni», ha detto il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento. I suoi calcoli indicano che la curva sta scendendo e che l’indice di contagiosità Rt è ormai sceso sotto 1 a livello nazionale. Buone notizie ma, avverte, «è fondamentale non lasciare andare la situazione e accompagnare la decrescita, che richiederà la massima cautela e molto tempo, almeno un paio di mesi». Se infatti da un lato i numeri indicano che «l’infezione non si sta amplificando, dall’altro abbiamo un grande numero di casi positivi».

Bisogna poi considerare una situazione attualmente «molto diversificata nelle regioni». Dai calcoli emerge, per esempio, che in Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Puglia e Friuli si ha una decrescita dell’indice Rt molto lenta. «E’ il segnale di un problema nel contenimento dell’infezione e potrebbero raggiungere il picco verso Natale, mentre i dati relativi a Calabria, Umbria e Valle d’Aosta non consentono di fare calcoli sufficientemente precisi». Nelle regioni restanti, ha aggiunto, “si osserva un andamento che potrebbe raggiungere il picco entro Natale”.

Anche l’infettivologo Andrea Crisanti, dell’Università di Padova, intervenendo su RaiNews24 ha detto che «la percentuale dei positivi sta scendendo ed è un fatto che è indipendente dal numero dei tamponi fatti. E quindi è un segno che la trasmissione sta calando, probabilmente abbiamo passato il picco. Anzi sicuramente». Bisognerà invece aspettare per quanto riguarda il calo dei decessi: «registreremo quotidianamente ancora tanti decessi, speriamo non a questi ritmi, ma saranno ancora numeri importanti». A livello nazionale i numeri lasciano intravedere un «trend positivo», ha detto il fisico Giorgio Sestili, fondatore e fra i curatori della pagina Facebook «Coronavirus – Dati e analisi scientifiche».
«Per il terzo giorno di fila il numero dei ricoverati diminuisce, con 275 posti letto che si liberano, e per la prima volta diminuisce il numero dei pazienti in terapia intensiva, dove si liberano due letti: complessivamente abbiamo 277 ricoverati in meno in 24 ore e oltre 600 negli ultimi tre giorni». «Il rapporto casi positivi-tamponi indica che i casi stanno diminuendo e che c’è un trend positivo. Il picco dei casi è stato infatti superato», mentre «nel caso dei decessi bisogna aspettare più tempo, forse la prossima settimana, per vedere una decrescita». 

@Lasicilia