FANTASTICA giornata! 1° marzo. Giornata mondiale del complimento… Redazione I complimenti piacciono a tutti, meno le critiche. Ma cosa succede in ambito lavorativo? Meglio esprimere le proprie opinioni o tacere? In occasione della Giornata mondiale del complimento, Infojobs, la piattaforma per la ricerca di lavoro on line, ha coinvolto i propri esperti Hr per capire come gestire al meglio complimenti e critiche al lavoro, per favorire la crescita personale e un ambiente produttivo e sereno.Il complimento è per sua natura positivo e mira alla gratificazione di chi lo riceve, in ambito professionale implica un riconoscimento del lavoro svolto. Un complimento può migliorare la giornata, incoraggiare l’autostima, favorire una maggiore produttività, ma è anche importante per rafforzare il senso di appartenenza all’azienda. Capita a volte di non sentirsi gratificati sul posto di lavoro, si pensa “Eppure basterebbe un grazie”, ma è davvero così difficile congratularsi per il lavoro svolto dai colleghi, dal capo o dai propri sottoposti? Un complimento, se sincero e contestualizzato, ha insito un potere inimmaginabile.Il contraltare del complimento è la critica. Quando le cose non vanno bene, è importante parlarne per migliorare e imparare dai fallimenti, ma è difficile farlo per la paura di essere male interpretati, di rovinare il rapporto o di subire conseguenze.Come gestire quindi complimenti e critiche in ambito lavorativo? Il suggerimento degli esperti HR di InfoJobs è quello di trasformarli in feedback, positivo o costruttivo. Sì, perché una critica, se opportuna e sincera, e soprattutto fatta con l’obiettivo di aiutare l’altro a migliorare, può essere ancora più preziosa di un complimento.QUALCHE REGOLA BASERelazione: innanzitutto, è importante capire le relazioni fra chi fa un complimento o una critica e chi lo riceve. Non solo il rapporto gerarchico, ma anche il livello di confidenza che si ha con l’altra persona.Professionalità: complimento o critica devono riferirsi sempre al lavoro e non alla persona, devono essere garbati e mai esagerati. E soprattutto devono essere sinceri.Concretezza: per essere davvero efficace, il complimento o la critica deve essere circostanziato e specifico, riferendosi a un episodio concreto più che a una sensazione (e men che mai a una supposizione!)Disponibilità: è importante essere disponibili a spiegare il complimento o la critica, meglio prendersi il tempo giusto, magari davanti a un caffè o in una call informale.Riservatezza: è sempre meglio parlare prima con la persona in un momento dedicato, il complimento o la critica può toccare noi e l’altro molto da vicino, ci sarà tempo in seguito per un encomio formale.I COMPLIMENTI DAL CAPO, AL CAPO E FRA COLLEGHII complimenti dal capo: essere apprezzati da un superiore fa particolarmente piacere e un complimento è un mezzo molto potente che favorisce una crescita di sè e una percezione più forte di noi, oltre che farci lavorare con maggiore sicurezza e autostima.Sì ai complimenti a un collega, ma è importante essere onesti e non esagerare, l’impressione che ci sia un secondo fine è dietro l’angolo.Sì ai complimenti al capo, ma con prudenza, per evitare fraintendimenti, e onestà, per far capire come il suo operato sia d’ispirazione per il miglioramento della professionalità.LA CULTURA DEL FEEDBACK: COSA FA DI UN CAPO UN LEADERIl modo in cui un capo agisce è determinante. Infatti, un capo presente e attento alle esigenze del team, che mira al raggiungimento degli obiettivi credendo fortemente nel lavoro di squadra può fare la differenza. Secondo quanto emerso da un’indagine lnfoJobs sulla leadership gentile il 41% degli intervistati dichiara di avere un capo che corrisponde a queste caratteristiche. Per gli intervistati, il leader gentile è colui che ha spirito di squadra sempre, anche per i fallimenti (38% del campione), guida il team al raggiungimento degli obiettivi, senza imporre idee e metodi (24%), premia i risultati e sa indagare gli insuccessi senza colpevolizzare (23%) e sa gratificare e ascoltare (15%).È importante sottolineare che al capo, in quanto tale, viene richiesto di esprimere un feedback sull’operato delle sue risorse. Feedback, che può essere sia positivo che costruttivo al fine di gratificare o incoraggiare ad agire diversamente per concorrere al raggiungimento degli obiettivi. Se positivo, non è propriamente un complimento, ma la percezione di esso su chi lo riceve è molto simile. Se costruttivo esorta la risorsa a dare il massimo motivandola a fare sempre meglio. Ma come trasmettere un feedback? Oltre ai momenti strutturati previsti in molte aziende, è fondamentale creare una cultura aziendale del feedback aperto e ricorrente, che possa davvero far parte delle abitudini di un leader in primis, di modo poi da trasmetterlo a tutto il team. Perché i feedback hanno il potere di influire positivamente sull’impegno e sulle performance delle risorse, creando una cultura aziendale forte in grado di mantenere ingaggiati e motivati i dipendenti. avvenire.it Condividi:TwitterFacebook