Giudice: “Sogno un mondo in cui le donne non debbano avere bisogno di quote rosa”

Redazione

<Sogno un mondo nel quale le donne non debbano avere bisogno delle quote rosa”: lo dice l’avv. Paola Giudice, vice presidente del consiglio comunale, alla sua prima esperienza in politica. Queste le sue riflessioni nella giornata della donna Parlare dell’8 marzo non è affatto semplice, il rischio è sempre quello di scadere nella retorica. Una giornata ricca di significato e valore che, purtroppo, negli anni è stata spesso svilita riducendola ad un insieme di frasi fatte e luoghi comuni se non addirittura ad un “carnevale” che ha, a volte, ottenuto un risultato lontano dallo spirito originario ossia ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche da un lato e le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in tutto il mondo, dall’altro.
La giornata internazionale della donna non è una festa, non lo è mai stata. Nasce per ricordare e celebrare le operaie di una industria americana rimaste uccise in un incendio. E oggi, questa giornata, voglio dedicarla, e con me sono sicura l’intero Consiglio comunale, alle tante, troppe, donne vittime di violenza fisica e psicologica, di soprusi e alle tante vittime giornaliere di femminicidio.
Essere donna nel Terzo Millennio non dovrebbe neppure essere una condizione da tutelare o preservare ma una condizione di normalità.
Sogno un mondo nel quale le donne non debbano avere bisogno di quote rosa, di posti riservati, di giornate dedicate, sogno un mondo nel quale non ci si debba sorprendere di vedere una donna in una qualsiasi posizione lavorativa o sociale. E invece siamo qui a dovere ancora rivendicare ciò che è già nostro in quanto essere umani. Forse non è solo una coincidenza che l’8 inteso come numero coincida con la prima persona del verbo lottare per cui dovremmo dire “lotto” ogni giorno per affermare chi sono. Paradossalmente le donne saranno considerate tali nella loro essenza più profonda quando non avranno bisogno di giornate per celebrarle. La donna, così come l’uomo, va celebrata giornalmente.