Gela, una città non a misura per lo sport
Redazione
Dall’alba fino al tramonto centinaia di persone praticano sport all’aperto. Ma le insidie sono sempre dietro l’angolo.
Se non sono i randagi ad aggredire runner e ciclisti, il rischio è nelle vetture e motocicli.
Una città sventurata dove alla programmazione bisogna attendere le procedure burocratiche. La pista che dovrebbe essere realizzata al lungomare per pedoni e biciclette è ancora un progetto sulla carta.
Così a farne le spese sono i runner , quelli che si allenano al lungomare e lo percorrono in tutta la sua lunghezza. C’è un tratto pericoloso, quello antistante al porto rifugio. C’è chi sfida la sorte nel tentativo di rimanere illesi, chi invece suo malgrado si ritrova a fare i conti con le ferite di un incidente stradale. Come nel caso di una giovane di 26 anni. La seconda runner, in meno di un mese, ricoverata a Palermo.
Cambiare pagina si può, ma serve un po’ di buon senso da parte di tutti.