La scuola nel caos
Redazione
Assemblee dei studenti, classi deserte, documenti alle istituzioni. Stamattina le scuole di Gela si sono svegliate così. E si sapeva perchè ieri il Comitato studentesco aveva annunciato la manifestazione.
Tutto nasce dal fatto che , a causa dei contagi le classi sono decimate, non solo di alunni ma soprattutto di insegnanti. Il paradosso è che in alcuni casi casi i ragazzi vanno a scuola e non trovano insegnanti perchè in quarantena e la Dad viene attivata ugualmente, però nelle classi in cui gli studenti vedono l’insegnante in video e vivono lo stesso il rischio di contagio.
All’alba delle nuove riaperture, il Governo già si interroga sulle misure da adottare per permettere una ripresa totale e prudente per il nuovo anno scolastico.
Secondo le prime stime della Cisl Scuola, anticipate al Sole 24Ore, i posti vacanti per l’anno scolastico 2021/2022 sfiorerebbero quota 100mila distribuiti in maniera disomogenea sul territorio nazionale.
Come consueto infatti, la percentuale più alta di posti disponibili si colloca nelle regioni settentrionali (6 cattedre su 10 risultano essere libere da Bologna in su): basti pensare che oltre il 20% delle scoperture di organico totale riguarda la sola Lombardia.
E mentre si iniziano a vagliare ipotesi per colmare il fabbisogno appena citato, si afferma sempre più la necessità del ricorso alle domande di messa a disposizione da parte dei dirigenti.
Negli scorsi anni, infatti, attingendo dalle graduatorie di vecchi concorsi o dalle Gae si è riusciti a coprire meno del 30%dei posti necessari e considerato che è ormai impossibile contare sugli inserimenti che erano stati garantiti dalle selezioni ordinarie ormai al palo, è chiaro come l’emergenza storica della scuola italiana si presenterà in maniera violenta anche in questo nuovo anno scolastico